1. Home
  2. Articoli
  3. Leggi articolo

Fare esperienza

Dal punto di vista della percezione e dell'apprendimento, sia la tecnica che la sicurezza hanno molte cose in comune. Hanno entrambe, come condizione necessaria al loro perfezionamento, l'esperienza. Solo l'esperienza conduce a una "sensazione" globale della sicurezza ( non posso solo capire la sicurezza, la devo sentire), solo l'esperienza conduce a una sensazione immediata della tecnica ( non si può "capire" la tecnica, bisogna sentirla).
Ora c'è un problema.
I principali metodi di apprendimento sia della tecnica di scalata che della sicurezza, non funzionano pur essendo ottimi e giusti.

I principali metodi per l'insegnamento della sicurezza ( il metodo Cai, con la pedante e analitica trasmissione di manovre su manovre) a mio avviso non funzionano, pur insegnando cose giuste.
Questo per un motivo semplice:
L'esperienza è una delle poche cose che non si può trasmettere, che non si insegna, che non si può "capire".
L'esperienza va creata. Ri- creata.
Il tentativo eccessivamente analitico di "insegnare" l'esperienza allontana l'allievo da essa. Perchè "capire" non è " sentire" e tutto ciò che riporta verso un eccessivo tecnicismo analitico allontana dall'intelligenza animalesca necessaria per "sentire" anzichè, solo, "capire".
Non è una soluzione didattica alternativa ma aggiuntiva. Va bene la conoscenza, ma questa non deve, come ora avviene, intossicare a tal punto la nostra capacità di "sentire" da farci perdere la profonda relazione e unione tra noi e l'ambiente.
Poichè la tecnica non è trasmissibile con metodi classici della conoscenza di "idee" ma che , a mio parere, idee analitiche Carusiane o Caiane portano a risultati peggiori, l'unico metodo per alzare il livello tecnico e di sicurezza è individuale e non massificabile e dunque non è un metodo; quello che deve fare l'istruttore è predisporre le condizioni favorevoli affinchè l'allievo possa ri-creare l'esperienza, affinchè possa trovare un habitat fertile per porsi in relazione forte, ma inconsapevole, con la natura.
Per quanto riguarda la sicurezza, il metodo caino da una parte, e l'eccesso di attrezzatura dall'altra, non potrà innalzarla, in quanto porta verso l'allontanamento dal sè, e la ricerca di tecnicismi, forse conosciuti e ricordati, ma non "sentiti", obnubila l'immenso potere che scaturisce dall'unione di corpo, mente, natura, cultura.
Sia i metodi eccessivamente analitici, che la eccessiva messa in sicurezza delle pareti e delle montagne ci tolgono la possibilità di ricreare una esperienza profonda, oltre a " ridurci" in un erroneo e cartesiano Cogito ergo sum.
Quando, al contrario, il sesto senso della sicurezza e della tecnica scaturisce dalla unione globale tra mente, corpo, emozione e ragione in un più potente e animalesco sentire.
L'approccio riduzionistico, nell'arte della scalata, è proprio dei perdenti.
La tecnica cessa di fluire quando si interrompe la relazione tra il sé e l'ambiente.
La sicurezza diminuisce quando si interrompe la relazione tra il sé e l'ambiente.
L'unico modo per innalzare il livello di tecnica è quello di predisporre un habitat nel quale si impari a sentire più che a capire.
I metodi analitici tendono a corticalizzare la propriocezione, cosa che equivale alla morte del gesto fluido.
Come dice Lorenzo Merlo, in un suo interessante articolo ( http://www.victoryproject.net/upload/articoli/1656123816.pdf)
l'unico modo per innalzare il livello di sicurezza è aumentare l'habitat della creatività, per saper reinventare soluzioni nuove e intuitive.
La condizione, per arrivare a questo, è diventare un tutt'uno con il corpo e con la natura, come lo stambecco quando attraversa il pendio di neve.

Commenti

Giulia - gi erre [admin]
Giulia - gi erre [admin] ∙ 10 anni fa

Ho avuto la fortuna di ricevere, come punto di partenza, una formazione molto accurata su sicurezza e attrezzatura, ma solo arrampicando tantissimo in falesia, mettendo in pratica e, a volte, in discussione ciò che ho imparato, e scontrandomi con i miei errori, sento di aver veramente capito e interiorizzato ciò che mi era stato insegnato.

Se non avessi arrampicato tanto, e fino a quando non ho iniziato ad arrampicare tanto, probabilmente tutti quegli insegnamenti sarebbero stati causa di un blocco, e di tante paure, invece di aiutarmi ad arrampicare meglio.

Quindi sono assolutamente d'accordo con quello che scrivi.

Oronzo Canà
Oronzo Canà ∙ 10 anni fa

imparare e poi dimenticare. Ma come avviare il processo?
Il fare attività è l unico modo, è vero, ma la fase di apprendimento la vedo difficile che possa
non passare per un approccio riduzionistico e razionale.

Francesco 80
Francesco 80 ∙ 10 anni fa

Ritrova il tuo swing Oronzo!

http://www.youtube.com/watch?v=qoQja7m-fvU

Accedi per commentare
© Climbook
Aggiornamenti | Assistenza
DISCLAIMER
L'arrampicata è un'attività potenzialmente pericolosa, chi la pratica lo fa a suo rischio e pericolo. Climbook e i suoi utenti non sono responsabili di eventuali incidenti che possano accadere utilizzando le informazioni presenti sul sito. È responsabilità esclusiva dell'utente assicurarsi di verificare sul posto, di volta in volta e con l'aiuto di persone esperte, le informazioni presenti su Climbook, prima di intraprendere qualsiasi scalata, e di rispettare le norme di sicurezza.